Di seguito verranno descritte le manifestazioni dell’ansia nel bambino come l’ansia cronica, l’attacco di panico e l’ansia da separazione.


ANSIA CRONICA

Il bambino iperansioso vive in uno stato di continua preoccupazione ed allerta come se dovesse accadere da un momento all’altro qualche cosa di terribile.

Questo stato di apprensione si manifesta tramite i seguenti comportamenti:

Su questo sfondo possono con facilità innestarsi tanto le crisi di ansia acute a manifestazione corpore quanto l’incapacità di gestire eventi esterni come l’inserimento scolastico, la separazione dai genitori o la malattia.

 

ATTACCO DI PANICO

Si intende una crisi di angoscia acuta che compare all’improvviso ed in modo inspiegabile che si caratterizza per sintomi somatici che sono propri anche dell’attacco di panico dell’adulto come:

palpitazioni, tachicardia, senso di soffocamento, agitazione, sudorazione accentuata, vampate di calore, paura di morire o impazzire.

Il bambino che subisce questo stato d’animo angoscioso non riesce a reagire con il ragionamento, prima dei 7/8 anni può essere calmato solo dalla presenza dei genitori come accade per esempio nel terrore notturno.

Verso gli 11/12 anni può esteriorizzare la sua angoscia sotto forma di comportamenti come la collera o le fughe o con richieste di vicinanza eccessive.

è molto importante che il genitore resti calmo per non innescare un circolo vizioso in cui l’ansia dell’uno non vada ad incrementare quella dell’altro. Per calmare la crisi può essere inizialmente necessario un contenimento fisico fermo che limiti la percezione di distruttività del bambino.

 

ANSIA DA SEPARAZIONE

L’ansia da separazione è una paura forte ed eccessiva quando il bambino si allontana da casa o si separa da una figura di attaccamento in particolare il padre e la madre. Questa forma di ansia può essere normale tra i due e quattro anni ma nel momento in cui si prolunga diventa sintomatica, oppure, anche nel periodo giusto, è sproporzionata rispetto alla situazione reale e molto rigida. In ogni caso la durata deve essere maggiore di 4 settimane per poterla diagnosticare.

All’ansia si associano diversi sintomi fisici secondari funzionali ad evitare la separazione come mal di testa o mal di stomaco oppure comportamenti rabbiosi o incoerenti.

L’ansia da separazione rappresenta l’angoscia di perdita legata a una eventuale esperienza traumatica precoce, accompagnata da angoscia di perdere l’amore materno, da paura di danni fisici correlata ai propri impulsi aggressivi, da ansia punitiva del super-io e da sentimenti di colpa.

Il punto di partenza di questo concetto è l’esistenza di uno stato fusionale tra la madre ed il bambino da cui sembrerebbe esclusa ogni forma di angoscia, o perlomeno, in cui le angosce sono velocemente placate dal continuo contatto con la madre.

Nel tempo, intorno al secondo semestre di vita, iniziano degli scatti maturativi del bambino che non permettono più di poter fantasticare tale stato di fusione; emerge allora l’angoscia di separazione, sulla quale si svilupperanno le successive fasi dello sviluppo. Mentre prima di questo periodo l’assenza materna quando ancora se ne sente la necessità provoca profondo stato di sofferenza quasi fisica, dopo gli scatti maturativi si sviluppa una sorta di stato di malinconia che si traduce in senso di nostalgia e sofferenza più caratterizzato, perché ora il bambino è abbastanza maturo da capire cosa sta perdendo, la presenza materna.

Le piccole ed inevitabili insoddisfazioni tra madre e figlio portano a poco a poco il bambino a rinunciare all’illusione di una totale identità con la mamma e questo provoca situazioni di angoscia; durante la fase della separazione è importante che la madre riesca il più possibile a contenere la sofferenza del figlio entro limiti accettabili, limiti che nel tempo aumenteranno e renderanno possibile la sua autonomizzazione.

L’angoscia della separazione è una reazione primaria e il modo in cui si sviluppa la separazione è altamente predittivo di come si svolgeranno le future situazioni di separazione, anche da adulti, e del modo di affrontarle.

Una delle caratteristiche di questa importante fase è che inserisce la presenza di un terzo nel rapporto madre figlio, sia esso il padre, il lavoro della madre, l’asilo; in questo modo le ansie inizieranno a prendere la forma dell’oggetto che separa e porteranno alle paure di perdita dell’integrità corporea, della perdita di parti di sé che sono proprie del periodo edipico.

 

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