Disturbo da attacco di panico
L’attacco di
panico è rappresentato da un breve periodo in cui si viene travolti da uno stato di terrore che genera una reazione di fuga; in genere i sintomi
raggiungono un livello acuto in 10 minuti e sono rappresentati soprattutto da reazioni fisiologiche come sbalzi di
pressione,palpitazioni, sudorazione, tremori, dolori al petto, nausea ma anche
da paura di morire o di impazzire; l’attacco di panico a volte può somigliare
ad un infarto.
Essendo
spesso ricorrente la persona sviluppa anche una forma di ansia anticipatoria
legata al come ed al quando l’attacco si ripresenterà che può limitare anche di
molto la capacità di spostarsi e viaggiare.
Nonostante
la sintomatologia prettamente fisica non è stata individuata ancora una base
neurofisiologica che permetta di spiegare l’attacco di panico, quindi è
probabile che siano presenti delle motivozioni di ordine psicologico.
In effetti
sembra che nella vita recente delle persone che subiscono questo disturbo siano
presenti diversi eventi stressanti legati soprattutto a vissuti di perdita come
possono essere la perdita del lavoro o una separazione o un divorzio che poi
sfociano nell’attacco di panico conclamato.
Sembra
comunque che il problema non sia legato esclusivamente alla separazione (alla quale sono più
sensibili le persone depresse) ma anche alla difficoltà di accettazione dell’attaccamento e dei legami; le
difficoltà sembrano essere individuabili nella incapacità di gestire il passaggio dall’attaccamento alla separazione;
queste persone vedono con paura la possibilità di restare all’interno di un
legame significativo che potrebbe rivelarsi soffocante ma contemporaneamente
hanno una paura ancora maggiore di separarsene creando quindi una sorta di
cortocircuito in cui non è possibile prendere le decisioni ed in cui il corpo
si fa carico di esprimere il lacerante conflitto interno dopo un lungo
accumulo.
Questo
conflitto fra attaccamento e separazione sembra essere radicato nell’infanzia;
persone che presentano disturbo da attacchi di panico hanno descritto i
genitori come critici, minacciosi, controllanti ed esigenti; questi genitori
inpediscono di dare libero sfogo agli impulsi e creano rabbia nel bambino, una
rabbia che non può essere espressa per paura
di essere ulteriormente giudicati o di perdere l’affetto del genitore,
questi vissuti innescano un circolo
vizioso ansiogeno che porta poi al conflitto alla base degli attacchi di
panico.
Queste
persone da piccole non sono riuscite a sentirsi autonome a causa del giudizio
delle figure di attaccamento e di conseguenza non riescono a separarsi per
paura di non riuscire ad essere autonome, questo modello viene poi riproposto
nell’età adulta nelle varie relazioni con in aggiunta il conflitto delle
pulsioni aggressive e della rabbia, a questo punto nella psiche c’è abbastanza
confusione per creare il cortocircuito sopracitato.
Torna a Disturbi d'ansia
Fobie Dist. post-traumatico da stress Dist. ossessivo compulsivo
Per segnalare questa pagina ad un amico clicca sul simbolo giallo