Oggi è San Valentino, festa degli innamorati,
festa delle “unioni” legate dall’amore; ma da dove deriva questa festività e
cosa potrebbe comunicarci, quale potrobbe essere il suo “senso”?
San Valentino è il patrono
di queste unioni, e questa tradizione pare legata al fatto che tra le opere che
ha compiuto in vita alcune fossero legate alla capacità di riconciliare gli
innamorati
( per citarne uno pare che alla vista di due fidanzati che litigavano decise di
interromperli e fargli volare intorno coppie di piccioni che manifestavano
atteggiamenti amorosi, riuscendo a riconciliarli).
Oltre a questo però non
bisogna dimenticare, a livello storico, il fatto che la religione cristiana
tendeva a sovrapporre nuove feste a quelle pagane più antiche, e per fare ciò
queste ultime venivano trasformate e spesso edulcorate; infatti la festività
cristiana di San Valentino corrisponde ai Lupercalia dei romani; festività che erano
legate ai riti per la fertilità.
I primi cristiani quindi
sostituirono il rito della fertilità con quello dei sentimenti, spostando l’accento
dall’aspetto fisico a quello sentimentale del legame di coppia; cosa
sicuramente più in linea con il pensiero cristiano.
Ma cosa erano i
Lupercalia? Queste feste avevano un doppio significato per i romani;
- da un lato rappresentavano dei riti “beneaugurali”, proprio nel
periodo di febbraio infatti c’era maggio rischio che, essendo alla fine
dell’inverno, i lupi (lupercalia dal latino Lupus) ormai stremati
dalla fame, uscissero dai boschi per aggredire le greggi e uccidere il
bestiame;
- dall’altro lato (e qui entra in ballo il rito della
fertilità) essendo essendo appunto la fine dell’inverno, si cercava di propiziarsi
il ritorno della primavera, quindi la rinascita; pare che si
colpissero le donne che desideravano restare incinte con delle strisce di
pelle di ariete, simbolo di fertilità, a simboleggiare l’intervento
della potenza della natura che tramite la sferzata sulla pelle della donna
poteva renderla fertile; queste “frustate” simboliche venivano inflitte da
uomini che correvano per le città vestiti appunto con pelle di caprone.
Fino a qui la derivazione
della festa; due principali significati quindi, protezione e fertilità, che possono essere
uniti per darne il senso, che è quello che ancora oggi troviamo nella festività
degli innamorati.
L’aspetto della fertilità
è quello che può essere individuato per primo; al di là della feritilità
sessuale, un rapporto di coppia è sempre, da un punto di vista sentimentale, “fertile”,
nel senso capace di rinnovarsi, di ri-generarsi e trasformarsi, di morire in un modo
per rinascere con uno sguardo differente e nuovo. Ma un senso “nuovo” è anche fragile, debole ed indifeso; da
qui il senso della “protezione”, difesa da quegli affetti che possono “smembrare”,
separare la coppia ed il sentimento che li unisce. Non per niente l’etimologia
del temine Lupo deriva da “smembrare” “dilaniare”; in questo senso proteggere
le pecore (animali da branco, uniti per eccellenza) dal lupo significa
proteggere una unione nel suo nascere o nel suo rinnovarsi dalle tendenze
distruttive della psiche che albergano in ognuno di noi.
Ma si può ancora andare
avanti su questa ipotesi; simbologicamente la pecora, anche nei sogni, va a
rappresentare la tendenza a restare inconsci, a rimanere legati al gruppo ed ai suoi luoghi
comuni; l’animale da branco non indica altro che la nostra tendenza (o la
paura?) ad emergere dal gruppo ed affrontare le insicurezze. Nel nostro
contesto però la protezione del gruppo, delle tendenze della società, è funzionale
e positiva;
un rapporto d’amore che nasce o si trasforma ha innanzitutto necessità di
essere protetto; ha la necessità di restare ancora un pò inconscio, nella
penombra; e forse è questo il motivo per cui San Valentino è anche una festa
di luoghi comuni; per esempio può diventare una maschera dietro alla quale si cela un
rapporto di coppia che non va più ma che, se vogliamo rinnovare, deve essere
sopportato nell’attesa del momento migliore per fargli prendere una strada
diversa; in questo caso la “maschera”, la “consuetudine” fa prendere tempo per
non distruggere le cose troppo presto. Viceversa può essere che la coppia sia
nuova, che ancora non ha affrontato le divergenze; allora la consuetudine
diventa un modo per non “fasciarsi la testa prima di sbatterla”, un modo per
dimenticare la razionalità e muoversi sulle ali del sentimento. Non per niente
una ulteriore origine del termine Lupo è quella di “luce”, la luce del
pensiero razionale che a volte va messa da parte per non mettere a rischio un
sentimento che nasce.
Allora San Valentino è
proprio questo; una occasione per riscoprire i sentimenti che legano le
persone, un momento durante il quale poter, fosse anche per un giorno, dimenticare
pensieri e preoccupazioni che negli altri giorni minano la serenità dei
rapporti per riscoprire sentimenti più profondi e, perchè no, più ingenui ma
non per questo meno veri.
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