La rabbia è una emozione considerata fondamentale; insieme alla gioia e al dolore, è una tra le emozioni più precoci e di conseguenza l'emozione la cui manifestazione viene maggiormente inibita dalla cultura e dalle società attuali. Per la maggior parte delle teorie la rabbia rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica; emerge per esempio quando qualcuno ci sminuisce o viola regole che riteniamo importanti, inoltre possiamo anche arrabbiarci di fronte ad una palese ingiustizia o ad una incomprensione
Pur rappresentandone i denominatori comuni, la costrizione e la frustrazione non costituiscono in sé le condizioni sufficienti e neppure necessarie perché si origini il sentimento della rabbia; altri fattori sembrano infatti implicati affinché origini l'emozione della rabbia. La responsabilità e la consapevolezza che si attribuisce alla persona che induce frustrazione o costrizione sembrano essere altri importanti fattori. Ancor più delle circostanze concrete del danno, quello che più pesa nell'attivare una emozione di rabbia sembra cioè essere la volontà che si attribuisce all'altro di ferire e l'eventuale possibilità di evitare l'evento o situazione frustrante
Insomma ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l'intenzionalità di ostacolare l'appagamento.

L'emozione della rabbia può essere quindi definita come la reazione che consegue ad una precisa sequenza di eventi:

  1. stato di bisogno
  2. oggetto (vivente o non vivente) che si oppone alla realizzazione di tale bisogno
  3. attribuzione a tale oggetto dell'intenzionalità di opporsi
  4. assenza di paura verso l'oggetto frustrante
  5. forte intenzione di attaccare, aggredire l'oggetto frustrante
  6. azione di aggressione che si realizza mediante l'attacco.

Questo è quello che avviene in natura. Nella specie umana, la cultura e le regole sociali a volte impediscono di dirigere la manifestazione e l'azione direttamente verso l'oggetto che scatena la rabbia; di solito infatti a livello socio-culturale si cerca di inibire la tendenza all'azione di aggressione, inoltre si attuano vari mascheramenti dei segnali della rabbia verso l'oggetto frustrante.

Proprio per i suddetti motivi sociali e culturali non sempre la rabbia viene diretta vergo l’oggetto che provoca la frustrazione; a volte avviene uno spostamento dall’obiettivo originale e viene attaccato un oggetto diverso; altre volte ancora la rabbia può essere diretta verso se stessi trasformandosi in autolesionismo.

È inoltre possibile distinguere una forma di rabbia primaria, descritta finora, da una rabbia secondaria in cui il soggetto scarica la propria rabbia non con l'intento di accusare o eliminare un ostacolo alla realizzazione di un desiderio, ma di nascondere o di evitare di percepire sentimenti di vergogna, o la paura di essere escluso o rifiutato.

Va ricordato che, oltre alla rabbia primaria e secondaria, abbiamo anche una rabbia strumentale, usata frequentemente da alcune persone per manipolare o intimidire gli altri.

 

Elaborare la rabbia

 

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