La rabbia è una
emozione considerata fondamentale; insieme alla gioia e al dolore, è una tra le emozioni più precoci
e di conseguenza l'emozione la cui manifestazione viene maggiormente inibita
dalla cultura e dalle società attuali. Per la maggior parte delle teorie la rabbia rappresenta la tipica
reazione alla frustrazione e alla costrizione, sia fisica che psicologica;
emerge per esempio quando qualcuno ci sminuisce o viola regole che riteniamo
importanti, inoltre possiamo anche arrabbiarci di fronte ad una palese
ingiustizia o ad una incomprensione
Pur rappresentandone i denominatori comuni, la costrizione e la frustrazione
non costituiscono in sé le condizioni sufficienti e neppure necessarie perché
si origini il sentimento della rabbia; altri fattori sembrano infatti implicati
affinché origini l'emozione della rabbia. La responsabilità e la consapevolezza
che si attribuisce alla persona che induce frustrazione o costrizione sembrano
essere altri importanti fattori. Ancor più delle circostanze concrete del
danno, quello che più pesa
nell'attivare una emozione di rabbia sembra cioè essere la volontà che si attribuisce
all'altro di ferire e l'eventuale
possibilità di evitare l'evento o situazione frustrante.
Insomma ci si arrabbia quando qualcosa o qualcuno si oppone alla realizzazione
di un nostro bisogno, soprattutto quando viene percepita l'intenzionalità di
ostacolare l'appagamento.
L'emozione
della rabbia può essere quindi definita come la
reazione che consegue ad una precisa sequenza di eventi:
- stato di bisogno
- oggetto (vivente o non vivente) che si oppone alla realizzazione di tale bisogno
- attribuzione a tale
oggetto dell'intenzionalità di opporsi
- assenza di paura verso
l'oggetto frustrante
- forte intenzione di
attaccare, aggredire l'oggetto frustrante
- azione di aggressione
che si realizza mediante l'attacco.
Questo è quello che
avviene in natura. Nella specie umana, la
cultura e le regole sociali a volte impediscono
di dirigere la manifestazione e l'azione direttamente verso l'oggetto che scatena
la rabbia; di solito infatti a livello socio-culturale si cerca di inibire la tendenza all'azione di aggressione,
inoltre si attuano vari mascheramenti
dei segnali della rabbia verso l'oggetto frustrante.
Proprio per i
suddetti motivi sociali e culturali non sempre la rabbia viene diretta vergo
loggetto che provoca la frustrazione; a volte avviene uno spostamento dallobiettivo originale e viene attaccato un oggetto
diverso; altre volte ancora la rabbia può essere diretta verso se stessi
trasformandosi in autolesionismo.
È inoltre possibile
distinguere una forma di rabbia primaria,
descritta finora, da una rabbia
secondaria in cui il soggetto scarica la propria rabbia non con l'intento
di accusare o eliminare un ostacolo alla realizzazione di un desiderio, ma di
nascondere o di evitare di percepire sentimenti di vergogna, o la paura di
essere escluso o rifiutato.
Va ricordato che,
oltre alla rabbia primaria e secondaria, abbiamo anche una rabbia strumentale, usata frequentemente da alcune persone per manipolare
o intimidire gli altri.
Elaborare la rabbia
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