Il bambino da 3 a 6 anni affronta il passaggio dall’ambiente
familiare al mondo esterno e iniziano le dinamiche di separazione dai
genitori.
Per quanto
riguarda il rapporto con questi ultimi la relazione si consolida e nel bambino
nasce la consapevolezza delle differenze
sessuali (maschio come papà o femmina come mamma ), conosce le prime regole ed inizia ad adeguarvisi
ed è per questo che è pronto per inserirsi in un mondo sociale più ampio.
La crisi di
questo stadio dello sviluppo è la famosa crisi
edipica tramite la quale il bambino arriva ad identificarsi con le caratteristiche del suo sesso e prende la sua
forma; questo porta al vissuto di separazione
definitiva dalla coppia dei genitori, cosa che lo fa sentire bene visto che
sta prendendo la sua forma ma che nello stesso tempo gli fa venire la paura di
perdere, differenziandosene, le figure di riferimento.
Questo stadio
dello svilluppo è denominato della conoscenza del mondo; è il momento in cui, sulla scia della risoluzione della
crisi edipica, il bambino fa il suo
ingresso in una società più ampia, superando la soglia dei rapporti
familiari, ed entra nel mondo sociale, per esempio nella scuola materna che è
una piccola società con le sue regole; e questa volta lo fa da solo, senza
avere l’appoggio o la presenza di mamma o papà da cui si sente distinto grazie
anche alla scoperta delle differenze sessuali.
Differenze
sessuali
Il bambino a questa età ha acquisito il controllo sfinterico
ed ha abbandonato il pannolino, in questo modo ha imparato a riconoscere i segnali del proprio corpo relativamente
ai bisogni e comincia a gestirli.
Dopo aver affrontato questo importante passo la sua attenzione si sposta verso i
genitali; scopre che questi possono provocare sensazioni piacevoli ed
inizia ad usarli allo stesso modo in cui precedentemente usava la bocca, ossia
per rassicurarsi; ora quando è triste o preoccupato ricorre alla masturbazione.
La maggiore attenzione verso gli organi sessuali lo porta a
confrontarsi con altri bambini; se prima la differenza non creava interesse,
ora invece fa nascere la fondamentale
domanda sulla diversità dei sessi e nasce la differenza tra maschio e femmina;
e le relative invidie.
Il maschietto
può sentirsi estremamente orgoglioso dell’avere un qualcosa in più che le
femminucce non hanno e può fantasticare che quella mancanza possa essere frutto di un
qualche tipo di punizione, nasce così quella che Freud chiamava angoscia di castrazione, la paura di
perdere per qualche motivo la fonte manifesta del suo essere uomo come il
padre. Questa angoscia può manifestarsi in piccole
fobie e paure collegate alla possibilità di subire menomazioni fisiche (non
esclusivamente genitali), di poter perdere qualche parte del suo corpo,
fobie che possono ritrovarsi negli incubi notturni che, tra l’altro, iniziano
proprio a questa età.
La bambina, se
fino ad ora aveva fantasticato che il pene sarebbe potuto crescere con il
tempo, adesso comprende che queste fantasie non potranno avverarsi e può
chiedere alla mamma, femmina come lei, il perché di questa mancanza. Di fronte alle spiegazioni la bambina può capire fino ad
un certo punto; a questa età è ancora fondamentale che le cose, per essere
considerate reali, debbano essere concrete e visibili. Può credere che i suoi
genitali sono dentro e non fuori, e che lei potrà fare dei bambini mentre il
maschio no, ma il concetto della sua femminilità resterà comunque legato a
qualcosa di maggiormente intimo ed indefinibile rispetto all’uomo. Nella bambina questa consapevolezza può far
emergere in comportamenti di rivalsa, come il voler fare giochi da maschi che
magari prima non interessavano oppure vestirsi in modo maschile.
Bisogna però aggiungere che il sentimento di mancanza non appartiene solo alle bambine; il bambino
scopre infatti che il corpo femminile ha una importante potenzialità, quella di
fare bambini. Questa consapevolezza rappresenta un duro colpo al sentimento
di onnipotenza anche se viene espresso in maniera poco esplicita.
La crisi edipica
Intorno ai tre anni i bambini diventano consapevoli della
differenza tra maschi e femmine; fino ad ora i bambini avevano confrontato la
loro nudità tra di loro, ma la vista dei genitali non aveva attirato
particolari interessi ma adesso, improvvisamente nasce una domanda, perché
maschi e femmine sono diversi? Quello
che interessa non è la diversità biologica in senso stretto quanto la diversità
dei genitali del bambino, la sua diversità, rispetto ai genitori; il
bambino scopre di essere come il padre e la bambina come la madre e adesso,
scoperte differenze e similitudini, il bambino si sente attratto dal genitore
dell’altro sesso; anche qui si dimostra
la spinta verso il mondo, non solo verso la società più ampia, ma anche verso
l’altro da sé in senso sessuale, il diverso in generale.
I bambini vogliono sposare la mamma e le bambine i papà,
cercano in tutti i modi di inserirsi all’interno della coppia, per esempio
chiedendo di dormire nel lettone; inizia così come un gioco il conflitto
edipico, la fantasia di un amore esclusivo verso il genitore dell’altro sesso
ma anche la rivalità con quello dello stesso sesso e la paura delle sue
possibili vendette verso chi cerca di prendere il suo posto. In particolare è
proprio da questa paura che nasce nel bambino l’angoscia di castrazione, la
paura che il padre possa privarlo dei suoi organi genitali per punizione.
Questa è anche
l’età in cui il bambino si chiede come nascono i bambini per scoprire come lui
è nato, chi è e che posto ha all’interno della famiglia rispetto ai suoi genitori. Quando si innamora del padre o della madre il bambino non
ha ancora compreso il suo ruolo; ha quindi bisogno di porsi questa domanda e di
darsi le risposte che preferisce sul come nascono i bambini, comprendere che
non è alla pari con i genitori non è una esperienza priva di dolore per lui, è costretto ad ammettere che tra la mamma
ed il papà esiste un legame diverso da quello che lega lui a loro, che non ha
l’esclusiva del loro affetto. è però proprio superando questa importante
fase che potrà riconoscersi davvero come figlio e che potrà, da adulto,
stabilire delle relazioni affettive adulte.
Il superamento
del conflitto edipico avviene tramite l’identificazione con il genitore dello
stesso sesso.
Il bambino entra in conflitto con il padre, in questo
periodo non è strano che voglia fare
gare per vedere chi è il più forte, ma lentamente si identificherà con lui; il
persistere della rivalità lo porta a controllare il padre per coglierne le
strategie e le capacità. In questo modo
impara ad assimilare il maschile nei comportamenti del padre per imitarli. Così
facendo strutturerà la sua identità di maschio ed inizierà a riconoscersi in
essa.
Per la bambina avviene la stessa cosa, studierà i
comportamenti e gli atteggiamenti della madre per vincere la battaglia per la
conquista del padre: anch’essa, imitando
la madre inizierà ad identificarsi con lei e quindi con il femminile
identificandosi come donna.
Il rischio di un blocco in questa fase porterà il bambino a
pensare e vivere la madre come principale figura di riferimento, in questo caso
non c’è conflitto ma neanche crescita. Nello stesso tempo è possibile che
continui a vivere il genitore dell’altro sesso come principale riferimento,
come se avesse vinto la guerra con quello dello stesso sesso, così facendo però
da adulto continuerà a scegliere le persone di riferimento con un metro
rappresentato dalle caratteristiche del padre o della madre, dai quali non
riuscirà a staccarsi.
In questo senso è
molto importante che i genitori siano partecipi attivi di questa fase, il
genitore bersaglio dell’amore del bambino deve dimostrarsi accessibile alla sua
conquista ma facendo capire che non è lui il suo partner; è anche importante
che non svaluti la figura del genitore rivale e che anzi spinga il bambino
verso di lui.
Dall’altro lato il rivale deve partecipare a questa piccola
lotta dando importanza ai tentativi del bambino di allontanarlo dal genitore
amato ma non permettendogli di mettersi davvero al suo posto; deve inoltre
rappresentare un modello presente per fare in modo che il bimbo possa
identificarsi con lui.
L’asilo
Durante la risoluzione del conflitto edipico il bambino
inizia a conoscere un mondo più ampio rispetto a quello familiare. A questa età
è possibile l’inserimento all’asilo; in questo modo esce dalla dipendenza completa per conoscere attivamente il mondo fuori
dalle mura domestiche.
All’asilo incontrerà insegnanti che fungeranno da sostituti
materni ed altri bambini che affrontano la stessa difficile esperienza di
separazione dai genitori. Scopre che può confrontarsi con altri bambini e che i
rapporti si costruiscono giorno per giorno e che ciò che spaventa può rivelarsi
positivo e gratificante.
è molto importante il modo in cui i genitori vivranno l’inserimento
all’asilo. Anche per loro è difficile, il bambino vive l’allontanamento come un
tradimento e soffre molto ma sta proprio ai genitori fargli capire quanto sia
importante tutto ciò per la sua vita.
Questo momento è
fondamentale, il bambino inizia a sentirsi separato dai genitori, è in pieno
conflitto edipico, e frequentare nuovi adulti e nuovi bambini è una esperienza
fondamentale per diminuire la drammaticità del conflitto che vive all’interno
della famiglia.
Questa fase di
separazione precede tutte le altre che aspetteranno il bambino nel futuro è
quindi importante che possa risolversi al meglio altrimenti quelle future saranno sempre cariche di una
angoscia indicibile; questo può avvenire solo se i genitori saranno capaci di
rassicurare il bambino della solidità del loro amore e del fatto che se anche
lo perde per un momento esso continua a vivere dentro di lui fino a che non li
rivedrà.
Bibliografia
Vegetti Finzi, S., A piccoli passi, 1997, Oscar
Mondadori,Milano
Vallorani, M.G., Fare i genitori, 2007, Armando, Roma
Primo anno 1-3 anni 6-10 anni 10-17 anni
Home
Torna a Sviluppo
Per segnalare questa pagina ad un amico clicca sul simbolo giallo