Agorafobia e claustrofobia

Questi disturbi rappresentano due lati della stessa medaglia, possono manifestarsi insieme nella stessa persona, la differenza è che può essere predominante l’uno o l’altro e si può fare quindi una diversa diagnosi.

Agorafobia e claustrofobia possono accompagnare o meno l’attacco di panico, possono precederlo come manifestazione sintomatologica o possono manifestarsi come ansia anticipatoria nei suoi confronti (anche se non dovesse mai realizzarsi realmente).

Chi soffre di agorafobia prova una forte ansia in situazioni in cui pensa di non potersi allontanare o di non poter chiedere e ricevere aiuto nel caso dovesse manifestarsi il panico, l’unico luogo sicuro è rappresentato dalla propria casa e l’unica situazione di sicurezza fuori dal proprio ambiente è quella in cui viene accompagnato da una persona conosciuta che dà fiducia e sicurezza. Nell’agorafobia è ancora più evidente rispetto all’attacco di panico il conflitto fra la dipendenza dall’attaccamento a qualcuno e il desiderio di separazione ed autonomia

Nella claustrofobia è presente la paura degli spazi chiusi ed a differenza dell’agorafobia l’ansia non diminuisce se si viene accompagnati.

Anche in questi disturbi sono presenti una forte aggressività non espressa e la paura di essere risucchiati dai rapporti.

 

Fobie

La fobia si manifesta con una forte ansia legata all’esposizione ad una situazione specifica oppure ad uno specifico oggetto fobogeno; come per gli altri disturbi viene definita da chi ne soffre come irrazionale ma non controllabile.

Il conflitto alla base delle fobie è rappresentato dal senso di attrazione e di repulsione in contemporanea verso l’oggetto o la situazione che genera ansia; per esempio nel caso della fobia sociale la fonte di paura è legata al farsi vedere dagli altri ma corrisponde anche ad un forte desiderio di essere guardati.

In genere si può dire che la fobia non è altro che l’eliminazione di un impulso ritenuto inadeguato che finisce per essere proiettato fuori da sè stessi verso quello che diventerà l’oggetto fobogeno; per esempio nel caso delle fobie animali (es. L’aracnofobia) ad essere proiettati verso l’animale sembrano essere dei contenuti emotivi inaccettabili che trasferiti simbolicamente ed inconsciamente su un animale ne creano la paura; è come avere paura di una parte di sè stessi e per controllarla meglio la si proietta su un oggetto esterno; nel caso della paura del sangue o delle iniezioni sembra che ad essere proiettati siano I contenuti aggressivi.

Pare che dietro a persone che hanno delle fobie siano presenti dei genitori a loro volta fobici o comunque con disturbi a sintomatologia ansiosa che possono passare al figlio l’idea della pericolosità del mondo.


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