L’alimentazione è indice del rapporto che il bambino intrattiene con la madre e con il mondo ed è un fenomeno complesso che coinvolge tanto l’aspetto fisico quanto quello psico-relazionale. Se la relazione con la madre e con l’ambiente attraversa delle difficoltà è possibile che il bambino sviluppi dei disturbi alimentari come quello dell’omeostasi, quello dell’attaccamento, il disturbo alimentare post-traumatico o il disturbo alimentare da separazione.

 

Intorno all’alimentazione  si svolge l’interazione più precoce tra madre e bambino che costituirà l’asse di riferimento per i diversi stadi dello sviluppo successivi a quello dell’allattamento. Questa interazione è estremamente complessa perché non solo le mamme sono tutte diverse ma anche i bambini si distinguono già da subito per la loro complessità.

I bambini manifestano già dalla nascita attitudini differenti rispetto al cibo; ci sono quelli che succhiano di più e senza interruzioni, altri più lenti, ed oltre a questo è diversa anche la capacità che dimostrano di stare più o meno tranquilli nell’attesa della poppata.

In aggiunta agli aspetti puramente biologici ci sono quelli che possiamo definire psicologici; alimentarsi è una fonte di soddisfazione per il bambino, attraverso l’allattamento egli fa la prima conoscenza concreta del mondo che lo circonda ed in questo senso il rapporto col cibo può essere considerato il precursore del rapporto con il mondo.

Attraverso il nutrimento gli passa l’amore materno, gli sguardi della mamma, le carezze, l’abbraccio, tutti elementi fondamentali nella rassicurazione del neonato; attraverso l’allattamento emergono le prime manifestazioni  di aggressività del bambino, nel suo succhiare e nel suo mordere, nel suo prendere qualcosa da fare proprio.

L’atteggiamento materno rispetto al nutrire dipende dal comportamento del bambino ma anche dal rapporto che ha avuto essa stessa con il cibo e dalla capacità di adattarsi a questa nuova situazione. A volte la voracità del neonato può essere difficile da gestire per alcune madri, per altre può essere fonte di orgoglio,  mentre la sua lentezza può creare stati di preoccupazione o farlo percepire come un bambino tranquillo.

Vista la complessità del fenomeno dell’alimentazione possono presentarsi diverse difficoltà che possono creare dei veri e propri disturbi alimentari.

 

DISTURBO ALIMENTARE DELL’OMEOSTASI (0-3 mesi)

Il bambino fa difficoltà a raggiungere e a mantenere uno stato calmo durante l’alimentazione. Il bambino si dimostra ipereccitabile o, all’inverso, molto passivo; a questo le madri reagiscono ansiosamente e di conseguenza la relazione madre-bambino finisce per essere caratterizzata da tensione materna e scarsa reciprocità. Si può trattare di madri molto ansiose che hanno figli molto agitati e stressati. La difficoltà di sintonizzazione influisce negativamente sul ritmo di suzione e il bambino non assume la giusta quantità di cibo.

. E’ presente un’avversione sensoriale al cibo. Ci sono difficoltà nella regolazione dell’alimentazione, del sonno e delle emozioni.

 

DISTURBO ALIMENTARE DELL’ATTACCAMENTO (3-8 MESI)

Il bambino non mostra reciprocità sociale appropriata dal punto di vista evolutivo (contatto visivo, sorriso, vocalizzazioni). E’ presente un deficit di accrescimento, un difetto della crescita e una mancanza di relazionalità, che non devono essere dovuti a disturbo fisico. Sono inoltre presenti problemi motori, di ipotonia, e di difficoltà nello sviluppo cognitivo.

La relazione è caratterizzata da mancanza di coinvolgimento e sintonizzazione e la madre può arrivare a negare o sottovalutare i problemi alimentari del bambino. È possibile che lei  stessa abbia avuto un’infanzia difficile, che possa essere depressa, o vivere in condizioni sociali difficili.

 

DISTURBO ALIMENTARE POST-TRAUMATICO 

Si tratta di un improvviso rifiuto del cibo dopo un evento traumatico (malattia, procedure mediche invasive, eventi particolari riguardanti l’alimentazione, ecc).

Si finisce per creare una forte ansia anticipatoria con reazioni fobiche, ed è presente un’accentuata dipendenza e problemi di separazione.

 

DISTURBI ALIMENTARE DI SEPARAZIONE (ANORESSIA INFANTILE) (6 MESI-3 ANNI)

L’esordio è prima dei 3 anni; il bambino si rifiuta di mangiare un’adeguata quantità di cibo per almeno 1 mese, non mostra di avere fame e non ha interesse per il cibo, ma mostra evidenti segni di esplorazione e di interazione con la mamma.

Inserendosi in un periodo di forte esplorazione ed autonomizzazione del bambino va ad indicare un forte conflitto con la figura di attaccamento relativo all’autonomia, all’indipendenza e al controllo. Il bambino presenta un temperamento ipercontrollante.

C’è un significativo deficit di accrescimento.

Il disturbo non deve apparire in seguito a un evento traumatico, ed il rifiuto del cibo non è dovuto a cause mediche.

 

 

I disturbi alimentari infantili possono provocare disturbi evolutivi della crescita, problemi comportamentali e disturbi di personalità.

Lo scarso appetito e il rifiuto selettivo del cibo possono provocare un disturbo anoressico in adolescenza.

L’irregolarità del comportamento alimentare e la pica possono provocare bulimia nervosa in adolescenza.


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