L’adolescenza è considerata la principale fase di preparazione alla vita adulta, se da un lato appare difficoltosa e critica è contemporaneamente capace di concretizzare la spinta verso il cambiamento, verso la maturità.
Nonostante si tenda a pensare che sia un periodo passeggero il suo strascico si prolunga nelle altre grandi tappe della vita che la seguiranno dando l’impronta della modalità in cui verranno affrontate. Comporta tanto un adeguamento pulsionale quanto la formazione del concetto di sé; in tutto questo avviene anche un cambiamento rispetto alla relazione che l’individuo intrattiene con l’ambiente quindi le modifiche saranno relative al rapporto con i genitori, all’ambiente scolastico, al gruppo di amici ed alla capacità di stabilire rapporti d’amore.

 

Rispetto alle future crisi dell’età adulta quella adolescenziale sembra essere la più dirompente; l’adolescente infatti, rispetto all’adulto, non può contare su di un nucleo strutturato della personalità che in lui appare ancora fragile e disperso.

A questo bisogna aggiungere i grandi cambiamenti fisici, per la prima volta in questa età l’individuo ha la possibilità e la capacità di percepire profondamente il cambiamento che lo riguarda e di sentirne l’importanza.

L’adolescenza si connota come una fase costruttiva il cui imperativo è quello di darsi coerenza, senso di sè; l’aumento delle capacità cognitive permette all’individuo di proiettrsi nel futuro e di vedersi in maniera più realistica diventando capace di misurare le proprie le proprie aspettative con la prova di realtà.

L’adolescente deve riformulare tutto ciò che lo caratterizzava nel passato e riattualizzarlo  con le nuove esperienze che progressivamente sperimenta onde poter poi dar luce ad un progetto di vita del tutto personale; egli potrà sperimentare una nuova gamma di esperienze e di stili di vita, in attesa di sceglierne uno più inerente alla propria personalità da portare avanti nel tempo; quindi l’adolescenza non viene più considerate come uno stadio dello sviluppo con un suo termine ma come un processo di transizione, una fase di passaggio dall’età infantile a quella adulta, un cammino fluido che porta alla maturità.

Questa transizione si realizza ed organizza ad opera di un certo numero di pressioni che vanno dalle modificazioni fisiologiche alle pressioni che originano dall’esterno, per esempio il bisogno di reimpostare il rapporto con i genitori o di crearne uno nuovo con i coetanei.

 

Le teorie psicanalitiche

La psicanalisi considera l’adolescenza una fase di naturale disordine in cui la linea di demarcazione fra normalità e patologia appare particolarmente sottile.

In questa fase si risvegliano le pulsioni, tanto quella sessuale quanto quella aggressiva, e sconvolgono la vita del bambino sommandosi alle modifiche del corpo; al futuro adolescente entrambi i cambiamenti, tanto quello psicologico quanto quello fisico, appaiono nuovi e sconosciuti e mettono in dubbio le certezze infantili.

Il primo bersaglio del cambiamento è rappresentato dal rapporto con i genitori che inizia ad essere messo in discussione, se prima il bambino si identificava con loro ora inizia a criticarli; la naturale conseguenza è una rottura dei rapporti con loro.

In seguito al distanziamento dai genitori l’adolescente sente un sempre maggiore senso di isolamento dall’ambiente familiare e questo lo porta a ricercare altri oggetti di affetto ed identificazione rappresentate da altri adulti oppure dai coetanei.

Avviene quindi un distacco dall’infanzia ma contemporaneamente inizia anche una fase di regressione; l’adolescente inizia ad esibire comportamenti che sono riattualizzazioni di quelli dell’infanzia; rientra in questo modo in contatto emotivo con le passioni della prima infanzia affinchè possa riaffrontarle e quindi superare i blocchi dell’evoluzione che lo legano al passato.

Tra questi comportamenti regressivi può inserirsi l’idolatria verso i divi dello spettacolo, dello sport e della musica, questo atteggiamento infatti rimanda alla figura idealizzata ed onnipotente rappresentata dal genitore nella prima infanzia; altri atteggiamenti che testimoniano una regressione a modi di comportamento infantili sono i rapimenti quasi estatici verso grandi ideali o la condivisione intensa dei propri vissuti insieme al gruppo di amici, il forte conformismo, tutti fenomeni che ricordano il sentimento di fusione che il bambino prova verso le figure di attaccamento.

Si delinea quindi una figura di adolescente in crisi, quasi sradicato dai propri affetti che, per poter riorganizzare la propria personalità in maniera più adulta, reagisce secondo modalità infantili.

Qui entra in gioco la capacità dell’ambiente circostante che dovrà favorire l’intergrazione dell’identità del ragazzo; in questo caso il compito dei genitori diventa quello di lasciare al proprio figlio il proprio spazio agendo tramite una azione di contenimento dell’irrequietezza per la quale l’unica cura valida sembra essere il tempo, devono riuscire a sopportare la sfida e non abbandonare il ragazzo nella sua lotta per diventare un individuo.

Il ragazzo si muove all’interno di questa nuova realtà che è l’adolescenza con una sorta di doppio movimento nei confronti delle figure affettive; da una parte l’allontanamento, la necessità di sentirsi reale e separato dall’ambiente familiare e dagli altri in genere, dall’altra il bisogno di essere ancora aiutato, rassicurato ed accettato nei propri comportamenti eccessivi.

 

L’identità ed il concetto di sè

Il modificarsi delle pulsioni e del corpo impone la ricerca di un nuovo equilibrio nel rapporto col mondo e con il proprio sè, tutto questo può avvenire in modo del tutto inaspettato e precoce e quindi suscita in chi lo vive ansie ed incertezze.

Inoltre l’adolescente inizia a venire trattato in modo diverso, inizia ad essere visto come un individuo capace ormai di assumersi delle responsabiità ma nello stesso tempo non ancora del tutto autonomo.

In conseguenza di questo mutamento nelle sue relazioni egli cambia il proprio atteggiamento nei confronti di sè stesso e del mondo circostante.

L’aumentata indipendenza permette di intraprendere nuove attività e di adottare stili di condotta diversi. Vengono messi in discussione I precedenti sistemi di rappresentazione e gli schemi che hanno regolato fino ad allora le relazioni dell’individuo con il proprio corpo, con altri individui e gruppi, con attività, oggetti ed istituzioni sociali.

L’adolescente non sa come interpretare la propria esperienza e, nello stesso tempo, messo in crisi il rapporto con I genitori, non vorrà più utilizzare il loro metro di giudizio. è in momenti di crisi come questi che entra in atto una vera e propria riorganizzazione del sistema di sè, che porterà all’unione armonica delle varie istanze della personalità, grazie anche all’aumento di rapporti con coetanei con cui condividere gli stessi problemi.

Il compito dell’adolescente sarà quello di crearsi un’identità coerente; prima di fare questo dovrà essere capace di selezionare alcune fra le identificazioni infantili in accordo con I propri interessi e dovrà passare da una identificazione all’altra , provando e riprovando ruoli sociali differenti. Una volta che si è sperimentato giunge l’ora di scegliere un percorso unico rinunciando a tutti gli altri; una volta raggiunta una propria identità la persona è in grado di individuare una causa valida e di investire in essa le proprie energie, provando in tale impegno la validità dei propri valori.


L'adolescenza è innanzitutto quindi il primo e più importante movimento di allontanamento dall'ambiente familiare per muoversi verso il mondo, un lungo percorso verso la vita che porta l'individuo a conoscere se stesso ed a prendere la sua forma; per questo motivo i link qui di seguito portano ad approfondire come l'adolescente vive e si rapporta con le principali "aree" della sua esistenza.

 

Adolescenti e genitori

Adolescenti e scuola

Gli adolescenti ed il gruppo

Adolescenti e sessualità


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